NOTA:
Abbiamo scelto di utilizzare il termine “sostenibile”, in quanto il suo significato ci sembra (per quanto a volte abusato) più inclusivo di altri, evidenziando l’interazione tra i tanti fattori che lo compongono, e la dimensione del “futuro”. Inoltre la scelta delle Nazioni Unite di promuovere nel 2015 i “Sustainable Development Goals” (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, che includono anche il “Consumo e la Produzione Sostenibile”), ci sono sembrati, dato che questo progetto è in assoluta coerenza con essi, un riferimento autorevole. Ma quanto segue ed il senso di BolognaisFair (che non a caso utilizza il termine inglese “Fair” – cioè “Equo”, essendo i suoi promotori espressione del mondo del commercio equo e solidale bolognese) sono altrettanto validi se riferiti al termine “solidale” o “sociale”, che potremmo usare quasi come sinonimi.
COS’E’ L’ECONOMIA SOSTENIBILE? (o “sociale”, o “solidale”…)
L’Economia Sostenibile esiste da decenni, ed è in espansione. Così come tutto ciò che riguarda il tema della Sostenibilità, fattore molto presente nelle pratiche di pianificazione sociale, economica, ambientale (cui però non corrisponde una pratica sempre coerente). Ma a differenza di altri settori produttivi (p. es. l’agricoltura biologica), l’Economia Sostenibile non è oggetto di leggi europee o nazionali vincolanti. Ciò causa il fatto che è una iniziativa nata in modo spontaneo dalla società civile, ma anche perché, a differenza di altre pratiche più facilmente “misurabili”, nel caso dell’economia sostenibile alla condivisione generalizzata dei principi e degli obiettivi, ed a indicatori misurabili in modo oggettivo (l’impatto ambientale, i salari, le materie prime utilizzate…) possono corrispondere anche ambiti o effetti, per esempio il concetto di “fare rete”, il rapporto col territorio, il sostegno alle comunità locali, lo “sviluppo umano”…, valutabili con indicatori di tipo più qualitativo.
Ma ciò non significa che non siano chiari presupposti ed obiettivi dell’Economia Sostenibile, e limpidi e condivisi i suoi principi e criteri. Ciò è dimostrato da una vasta rete di studi, ricerche e documenti, sia di istituzioni (incluse ONU ed Unione Europea) che università ed associazioni. Ma soprattutto da una diffusa presenza di organizzazioni della società civile, che sono i soggetti che hanno fatto e sviluppato l’Economia Sostenibile (in Italia finora maggiormente chiamata “Economia Solidale”), e ne hanno identificato e codificato i principi ed i criteri, finalizzati al subordinare l’attività economica al rispetto e risanamento della società umana e dell’ambiente, ed al tener conto del “bene comune” piuttosto che della massimizzazione del profitto individuale.
Con “Economia sostenibile” si intende un modello economico che mette al centro del proprio operare le persone, l’ambiente, la qualità della vita, cercando di coniugare sviluppo con equità, solidarietà, tutela dei beni comuni. Finanza etica, Cooperazione sociale, Gruppi di acquisto, Commercio Equo e Solidale, Economia Sociale/Solidale, Agricoltura biologica/biodinamica, riciclo/riuso, risparmio energetico, prodotti a Km. zero, valorizzazione del territorio, delle comunità, della biodiversità… La famiglia dell’economia sostenibile cresce e si arricchisce continuamente, dato che i suoi principi possono essere applicati ad ogni attività umana. La Mappa prodotta da BolognaisFair lo dimostra: molte delle attività presenti sono recenti, o attive in ambiti fino a pochi anni fa non coinvolti dall’Economia Sostenibile.
Chi voglia approfondire cos’è l’Economia Sostenibile, o rispondere a dubbi e domande che la riguardano, trova molto materiale dedicato. Per esempio all’indirizzo www.retecosol.org/docs/CartaRes0703.pdf si trova la “Carta per la rete italiana di economia solidale”, che costituisce il prodotto di tante reti ed esperienze italiane.
Per approfondimenti sugli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile:
https://www.unric.org/it/agenda-2030
https://www.un.org/development/desa/en/key-issues/sustainable.html
http://www.unrisd.org/80256B3C005BCCF9/%28httpPublications%29/89748F9EB30DE128C1257E0E004889D4?OpenDocument
https://www.un.org/sustainabledevelopment/sustainable-development-goals/
https://www.un.org/sustainabledevelopment/takeaction/
Di seguito forniamo i principali riferimenti utili sia per cogliere l’impostazione del progetto BolognaisFair, che per approfondire il tema dell’Economia Sostenibile, nelle sue varie versioni.
APPROFONDIMENTI – alcuni eventi dedicati ALL’ECONOMIA SOSTENIBILE:
il sito del Coordinamento Regionale Economia sostenibile dell’Emilia Romagna | creser.it/
Il Festival del Commercio Equo e dell’Economia Sostenibiledi Bologna | terraequa.it
La Fiera “4passi per un mondo migliore”di Treviso | 4passi.org
La Fiera “Fa la cosa giusta”di Trento” | trentinoarcobaleno.it/fa-la-cosa-giusta-trento/
La Fiera nazionale del cioccolato equosolidale(Umbria) | altrocioccolato.it
L’ECONOMIA SOLIDALE SECONDO LA RETE ECONOMIA SOLIDALE ITALIANA (RES)
I valori portanti dell’Economia sostenibile sono (ognuno di essi è approfondito nel documento “LE COLONNE DELL’ECONOMIA SOSTENIBILE”):
1) L’economia sostenibile promuove i beni comuni
2) L’economia sostenibile è fondata sul rispetto della “Madre Terra” e sul “benvivere” di tutti
3) L’economia sostenibile propone modelli collaborativi
4) L’economia sostenibile si basa sulle relazioni
5) L’economia sostenibile promuove il legame con il territorio
6) L’economia sostenibile incorpora il senso del limite
7) L’economia sostenibile si sviluppa nelle reti
8) L’economia sostenibile è una trasformazione sociale
9) L’economia sostenibile difende i diritti
10) L’economia sostenibile ridimensiona il ruolo del mercato.
L’ECONOMIA SOSTENIBILE SECONDO LA “LEGGE REGIONE E MILIA ROMAGNA DI SOSTEGNO ALL’ECONOMIA SOSTENIBILE” (L.R. 19/2014)
La Legge indica i seguenti criteri e fini dell’Economia sostenibile:
a) sostegno all’economia locale e rapporto attivo con il territorio, per ricondurre il prodotto al suo luogo d’origine, restituire centralità ai produttori e valorizzare la qualità dei loro prodotti, difendere il paesaggio e i beni culturali come componenti essenziali per la qualità della vita delle comunità;
b) innovazione dei modelli relazionali, per far crescere la disponibilità dei soggetti economici e sociali a intraprendere percorsi condivisi, fondati sulla fiducia sostenuta dalla conoscenza, la cooperazione e la convivialità;
c) consumo critico consapevole e responsabile, per promuovere un percorso di transizione verso nuovi modelli economici socialmente e naturalmente sostenibili;
d) trasparenza, per rendere visibili e controllabili – sul piano sociale e ambientale – le decisioni e i comportamenti degli operatori economici, con particolare riguardo ai diritti dei lavoratori, dei consumatori, degli utenti dei servizi e degli altri portatori d’interesse;
e) equità e reciprocità, per riequilibrare le relazioni socioeconomiche in un’ottica Solidale (sia a livello locale che globale), al fine di riconoscere ai produttori e ai prestatori di servizi la giusta retribuzione per la propria attività e ai consumatori e agli utenti il diritto di essere informati correttamente sui prodotti e i servizi, sui processi di produzione, sulla formazione dei prezzi;
f) partecipazione democratica, per favorire il coinvolgimento e la corresponsabilità di tutti i soggetti economici e degli altri portatori d’interesse nelle sedi e nei momenti decisionali;
g) “buona occupazione”, per dare centralità al lavoro, superare la precarietà e promuovere i processi di inclusione sociale;
h) ecocompatibilità, intesa quale metodo con cui contribuire a ridurre l’impatto ambientale dei processi produttivi, distributivi e di smaltimento, promuovendo una migliore qualità della vita e tutelando la salute delle comunità;
i) “senso del limite (umano e naturale)”, per puntare a un’efficienza intesa come utilizzo sostenibile delle risorse, con il minor costo ambientale e sociale e con la massima efficacia possibili;
j) ricostruzione e consolidamento di relazioni di solidarietà e reciprocità tra cittadini.
Indica i seguenti ambiti e settori nei quali opera e si sviluppa l’Economia sostenibile:
- a) agricoltura contadina di prossimità;
- b) produzione agricola e agroalimentare biologica e biodinamica;
- c) filiera corta e garanzia della qualità alimentare;
- d) tutela del paesaggio, del patrimonio naturale e della biodiversità;
- e) Commercio Equo e Solidale;
- f) servizi comunitari e di prossimità;
- g) edilizia sostenibile e bioedilizia;
- h) risparmio energetico ed energie rinnovabili e sostenibili;
- i) finanza etica, mutualistica e Solidale;
- j) trasporto collettivo e mobilità sostenibile;
- k) riuso e riciclo di materiali e beni;
- l) sistemi di scambio locale;
- m) software libero;
- n) turismo responsabile e sostenibile;
- o) consumo critico e responsabile;
- p) banche del tempo.
IL RAPPORTO TRA “SVILUPPO SOSTENIBILE” ED “ECONOMIA SOSTENIBILE”
L’Unione Europea e le Nazioni Unite hanno ripetutamente evidenziato l’evidente positivo contributo che l’Economia sostenibile è in grado di portare allo Sviluppo Sostenibile. Basta prendere visione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile(che include anche il “Consumo Responsabile”), il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Esso ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs– in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi.
La rete del Commercio Equo europea ed italiana ha approfondito la relazione tra il Fair Trade e gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile dell’ONU, vedi: https://www.equogarantito.org/wp-content/uploads/2018/01/Manuale-SDGs_IT_loghidef.pdf
L’ECONOMIA CIRCOLARE
Economia Circolare “è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera”. L’economia circolare è dunque un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi.
Legge della Regione Emilia Romagna sull’ECONOMIA CIRCOLARE (prima legge italiana sull’argomento)
http://bur.regione.emilia-romagna.it/dettaglio-inserzione?i=e08c3ac15eeb4fb1902978ea32f39a72
Un sito di riferimento per l’Economia Circolare:
http://www.economiacircolare.com/cose-leconomia-circolare/
L’ECONOMIA SOSTENIBILE SECONDO EQUO GARANTITO
www.equogarantito.org
(ente nazionale di rappresentanza del Commercio Equo e Solidale italiano)
Le linee guida che Equo Garantito ha valutato come idonee per riconoscere l’economia sostenibile sono:
1) struttura dell’organizzazione, che deve garantire trasparenza, per rendere visibili e controllabili – sul piano sociale e ambientale – le decisioni e i comportamenti degli operatori economici, con particolare riguardo ai diritti dei lavoratori, dei consumatori, degli utenti dei servizi e degli altri portatori d’interesse;
2) equità e reciprocità, per riequilibrare le relazioni socio-economiche in un’ottica solidale (sia a livello locale che globale), al fine di riconoscere ai produttori e ai prestatori di servizi, attraverso un prezzo equo, la giusta retribuzione per la propria attività e ai consumatori e agli utenti il diritto di essere informati correttamente sui prodotti e i servizi, sui processi di produzione, sulla formazione dei prezzi;
3) capacità di influenzare il sistema attraverso l’attività economica, nel senso sia di educare i cittadini ad un consumo critico e consapevole sia di creare alternative percorribili a meccanismi di produzione e distribuzione che sfruttano e inquinano;
4) riferimenti in atti costitutivi e/o altri documenti fondativi della realtà economica che esplicitino l’intenzionalità di lavorare in una prospettiva di Economia sostenibile.
Altri comportamenti importanti che fanno dei soggetti di Economia sostenibile che li mettono in pratica degli “alleati naturali” delle Organizzazioni di Commercio Equo e solidale sono:
- la promozione e la tutela dei beni comuni, che ne assicuri l’utilizzo collettivo e sostenibile a beneficio delle comunità e delle generazioni future;
- la difesa dei diritti fondamentali di ogni essere umano, in particolare quello di soddisfare i propri bisogni essenziali;
- il rapporto attivo con il territorio, per ricondurre il prodotto al suo luogo d’origine, restituire centralità ai produttori e valorizzare la qualità dei loro prodotti, difendere il paesaggio e i beni culturali come componenti essenziali per la qualità della vita delle comunità;
- il rispetto, la tutela e la valorizzazione delle risorse del pianeta;
- Il valorizzare le relazioni e i modelli collaborativi e cooperativi, sviluppando reti e rapporti stabili e duraturi dai produttori fino ai consumatori;
- Il puntare ad una trasformazione sociale finalizzata a una democratizzazione dell’economia;
- La tutela del lavoro, delle conoscenze, delle competenze e delle abilità che da esso derivano e la capacità di creare “buona occupazione”, per promuovere i processi di inclusione sociale;
- L’attenzione a ridurre l’impatto ambientale dei processi produttivi, distributivi e di smaltimento, promuovendo una migliore qualità della vita e tutelando la salute delle comunità;
LA DIMENSONE EUROPEA ED INTERNAZIONALE DELL’ECONOMIA SOSTENIBILE
(dati provenienti dal Progetto “SUSY” del COSPE (https://www.cospe.org/news/susy-map-una-mappa-per-il-futuro/)
L’Economia Sociale e Solidale (ESS) non è solamente un auspicio, ma una realtà concreta: in tutto il mondo le cooperative danno lavoro ad oltre 100 milioni di persone. Secondo i dati della United Nations Department of Economic and Social Affairs (UN DESA) ci sono globalmente 761.221 cooperative e mutue con 813,5 milioni di membri, 6.9 milioni di impiegati, 18.8 mila miliardi di dollari in asset e 2,4 mila miliardi di dollari in profitti lordi annuali. In Europa, quasi due milioni di organizzazione dell’ESS rappresentano circa il 10% di tutte le aziende e impiega oltre 11 milioni di persone (l’equivalente del 6% della popolazione lavoratrice nell’Unione Europea).
I 7 CRITERI DELLA “CIRCOLARITÀ”
ECODESIGN – Progettazione di prodotti che possano durare a lungo, il cui smontaggio sia semplice, in modo da permettere facilmente la riparazione e/o il riutilizzo e/o il recupero dei prodotti nella loro interezza o nei loro frazionamenti (circular design, design-out waste, etc.).
UTILIZZO MATERIALI – Utilizzo efficiente delle risorse in tutte le fasi della produzione e sostituzione delle materie prime vergini con materie prime seconde derivanti da filiere del riciclo.
GESTIONE RIFIUTI e SCARTI – Impatto ambientale della gestione degli scarti di produzione, dei rifiuti e dei prodotti arrivati a fine vita.
CONSUMO DI ENERGIA – Efficienza energetica ovvero ottimizzazione del consumo di energia attraverso politiche di riduzione mirate.
FONTI DI APPROVVIGIONAMENTO ENERGETICO – Impatto ambientale dell’approvvigionamento energetico e scelta di fonti rinnovabili e sostenibili.
TRASPORTI E LOGISTICA – Impatto ambientale dei trasporti connessi alle varie fasi del processo produttivo e della logistica.
FILIERA CIRCOLARE – Costruzione della filiera sulla base di criteri di compatibilità ambientale e sociale.
I 3 CRITERI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E SOCIALE DELL’ECONOMIA CIRCOLARE
VALORE CONDIVISO e COMUNITÀ TERRITORIALI – Impatto sulle altre realtà connesse (filiere o extra filiera) in termini di massimizzazione della compatibilità ambientale e di creazione di valore sociale condiviso; sviluppo di altre forme economiche, organizzate in forme plurali (pluralismo delle forme organizzative) e che possano immettersi nel tessuto economico.
INCLUSIVITÀ SOCIALE – Accrescimento del tasso di inclusività economica delle fasce svantaggiate e dei soggetti a rischio esclusione sociale attraverso il sostegno e il rafforzamento di esperienze di economia sociale legate al territorio. Creazione di valore sociale oltre che economico secondo un approccio di valore condiviso con particolare attenzione al coinvolgimento dei soggetti svantaggiati.
REPORTING / ACCOUNTABILITY / CERTIFICAZIONI AMBIENTALI E ALTRE FORME DI GESTIONE AMBIENTALE – Esistenza di attività di reporting che analizzino, qualifichino, certifichino e/o rendano comunicabili le informazioni.